L’accessibilità digitale rappresenta la possibilità, per persone con qualsiasi tipo di abilità o limitazione, di fruire in modo agevole di siti web, applicazioni e servizi online.
In un’epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto della vita quotidiana, garantire un accesso inclusivo non è soltanto una questione etica, ma anche un dovere giuridico e una scelta strategica per le aziende.
Avrai probabilmente sentito parlare in questo periodo dell'European Accessibility Act. Il motivo per cui questa normativa è divenuta oggetto di crescente attenzione è che stabilisce requisiti specifici in termini di accessibilità ai quali siti web, e-commerce e app mobile dovranno adeguarsi entro il 28 giugno 2025. Con l’avvicinarsi di questa scadenza, quindi, il tema dell’Accessibilità Digitale ha scalato le priorità nelle aziende, scatenando anche confusione ed una serie di dubbi in un crescente mare di proposte ed offerte improvvisate.
Come fare quindi? Ma soprattutto, quali sono le aziende che rientrano in questo obbligo? Cosa si rischia? È possibile valorizzare questo investimento? In questo articolo entreremo nel dettaglio di tutti questi dubbi, dando risposta ad ognuna di queste domande.
Chi rientra in quest’obbligo?
Iniziamo dalla base, le tipologie di soggetti interessati dalla normativa sono tre:
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tutte le aziende con un fatturato medio negli ultimi tre anni di attività superiore a cinquecento milioni di euro;
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tutti i soggetti che forniscono servizi pubblici essenziali, che usufruiscono di contributi pubblici o agevolazioni, concessionarie di servizi pubblici, partecipate, enti di assistenza e di riabilitazione pubblici, pubbliche amministrazioni;
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tutti gli e-commerce che trattano “beni di prima necessità”, ovvero beni alimentari, salute, igiene, infanzia, farmaceutici, carburanti e combustibili, pulizia, acqua, inerenti a gas ed elettricità, telefonia e internet.
Per verificare se il settore della tua azienda rientra nell’elenco ufficiale puoi consultare la Circolare n.3 del 2022
Cosa si rischia?
Le sanzioni possono arrivare fino al 5% del fatturato. Per approfondire questo aspetto il riferimento è la Legge n.233 del 2021 che va a rafforzare, come aggiornamento, la normativa generale. Queste sanzioni sono di fatto applicabili con il rilascio delle linee guida AgID del 2023 ed il termine per adeguarsi è appunto il 28 Giugno 2025.
Come ci si adegua?
Adeguare i propri touchpoint digitali alle linee guida dell’accessibilità consiste in un progetto che può essere di due tipologie:
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revisione o modifica degli asset attuali dell’azienda: per farlo serve un assessment o audit al fine di valutarne l’impegno;
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sostituzione, rifacimento o lancio di un asset completamente nuovo.
In entrambi i casi le indicazioni sono chiare: è necessario che il proprio website, app o e-commerce rispetti i criteri WCAG 2.1 (a titolo volontario, invece, sono i 2.2), raggiungendo il grado AA.
Sarà necessario inoltre redigere e pubblicare la Dichiarazione di Accessibilità, inviarla ad AgID e mantenerla aggiornata.
Gli overlay rendono un sito accessibile?
Negli ultimi mesi il mercato si è saturato di offerte di soluzioni di semplificazione, come ad esempio dei Plugin, con la funzione di “overlay”,che promettono di adeguare il contenuto ai criteri di accessibilità digitale in modo “facile e veloce”. La realtà dei fatti è che la European Disability Forum (EDF) e l’International Association of Accessibility Professionals (IAAP) hanno dichiarato congiuntamente che queste soluzioni non sono conformi all’European Accessibility Act.
Valore ed opportunità
L’accessibilità digitale non riguarda solo le persone con disabilità, ma è una metrica autentica della fruibilità di ogni sito web, e-commerce ed app. Un contenuto digitale più accessibile amplia il proprio pubblico e migliora l’esperienza utente, per tutti. Migliorando la facilità di utilizzo si favorisce la conversione (vendita) per gli e-commerce e si miglioranol’awareness e la lead generation nei siti web e nelle App.
“Anche voi vi innervosite quando non vi risulta intuitiva un’azione da compiere, no?”
Un beneficio di performance
L’adozione di pratiche di accessibilità digitale non si limita ad ampliare il pubblico, ma migliora anche l’indicizzazione sui motori di ricerca, grazie a un codice semanticamente più ricco e organizzato.
Questo obbligo diventa quindi un’occasione unica per le aziende ed i brand di migliorare i propri touchpoint digitali ed aumentare la propria competitività, aprendo ad una vera e propria sessione di ricerca e sviluppo, anche per quello che riguarda i valori, l’etica e l’impatto aziendale.